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Filande Jesine nell’800 e 900

Ringrazio la d.ssa Maria Francesca Chiodi, che con il suo libro “ Le filande Marchigiane “edito dalla Regione Marche, mi ha dato la possibilità di realizzare questa raccolta di immagini che ricostruiscono la storia delle filande jesine, delle tante filande che hanno fatto conoscere la nostra città come “ Jesi la città della seta“.

La prima filanda jesina ebbe inizio nel secolo XIX ; ad impiantarla a Jesi nel 1837 fu Pasquale Mancini che iniziò con la filanda ubicata sotto il teatro Pergolesi in zona Conce. Nel primo novecento vi erano a Jesi 12 filande per un totale di circa 460 bacinelle e più di mille addetti. La vita delle filandaie era veramente dura, quasi insopportabile, anche se la mancanza degli agi di quei tempi rendeva il tutto più sopportabile. Ogni filanda aveva il suo estenuante lavoro che era permesso anche alle minorenni; a quei tempi non esistevano leggi contro lo sfruttamento minorile, anzi, le famiglie in necessità cercavano di collocarli nei più disparati lavori. Bassi erano i salari a Jesi; nel 1910 la paga giornaliera andava da £ 0.60 a £ 1,30. Esistevano anche sanzioni disciplinari, secondo la gravità del danno recato: multe, sospensioni ed espulsioni. Nel regolamento della filanda era permesso cantare; ciò consentiva di sopportare il duro lavoro: si intonavano cori che impedivano di chiacchierare. Agli orari massacranti si aggiungevano le condizioni di lavoro che si svolgevano in un ambiente insalubre, vapore maleodorante e denso, mani sempre immerse nell’ acqua bollente quindi mani piene di scottature e vesciche, curate alla meglio con mezzi primitivi.

La prima organizzazione sindacale fu creata dalla repubblicana Gemma Perchi che organizzò la lega filandaie della città e lottò per un miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne. Nel 1905 a Jesi ci fu lo sciopero generale delle setaiole durato 45 giorni che permise di ottenere un aumento della retribuzione e una riduzione dell’ orario di lavoro. Le attività collaterali nella Vallesina erano la bachicoltura e la gelsicoltura; filari di gelso e ampie bigattiere permettevano un adeguato allevamento del baco da seta. Nel 1834, tramite la campagna che produceva bozzoli e la città che li utilizzava venne istituito a Jesi un mercato dei bozzoli che in breve tempo ebbe una espansione tale da dovere essere spostato dal cortile del palazzo Pianetti a quello dell’ ex appannaggio.

Sul finire della seconda guerra mondiale, l’ attività delle filande continuò regolarmente, ma la seta non venne più spedita ma ritirata dai tedeschi per confezionare paracaduti. In seguito gli impianti vennero smantellati e delle filande rimase solo un ricordo. Le filande Alessandrini e Cardinali chiusero nel 1958 soprattutto a causa della concorrenza del nylon e dalla seta artificiale; invece le due ultime filande Agostinelli e Carotti chiusero rispettivamente nel 1963 e nel 1966. Ringrazio anche la Biblioteca Planetiana di Jesi, che ha dato la propria autorizzazione per la pubblicazione delle fotografie di sua proprietà.
Vittorio Cappannari