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Fatti e immagini dei Quartieri di Jesi nel secolo XX

RICORDANDO I VECCHI QUARTIERI

In questo libro ho raccolto immagini di avvenimenti accaduti nei vari quartieri di Jesi nel secolo XX appena passato; avvenimenti e anche personaggi che meritano di essere ricordati e fatti conoscere ai giovani; immagini in parte inedite e in parte già presenti su altri libri oggi non più reperibili sul mercato. Certamente la gioventù di oggi conosce poco di quanto avvenuto nel secolo scorso e non sa di come tante cose siano cambiate nel corso dei anni. A me è capitato spesso, durante le mie ricerche, di fronte ad una foto vecchia (ma per me nuova), vedermi risvegliare ricordi che nella mia memoria erano accantonati. Nel passato, preso dal lavoro, non avevo potuto dedicarmi alla ricerca e lettura di libri di storia locale scritti dagli jesini che menzionerò più sotto. Ora, avendo del tempo libero, di tanto in tanto prendo questi libri per leggerli e vedere foto del tempo passato, foto che ci dicono quanto diversa e più tranquilla fosse allora la vita nella sua semplicità. Certamente non possiamo rinnegare il progresso che ci ha portato benefici e maggiori esigenze di vita, ma a me sembra che talvolta si sia portati ad esagerare, che si stia passando certi limiti a rischio senza più capacità di controllo. Volentieri ricordo la vita dei vecchi quartieri e persone conosciute, le racconto con le immagini che vedrete sfogliando questo libro. Ho cercato di fare del mio meglio per rendere le immagini nitide il più possibile; non sempre ci sono riuscito ed è stato quando le ho riprese da vecchie foto o da vecchi libri. Ho suddiviso le immagini con riferimento ai quattro quartieri principali, senza nulla togliere agli altri. Zone come quelle di via dei Colli, del viale Cavallotti, del viale della stazione e di via Marconi le ho incluse nei quartieri principali, ma non ho dimenticato la loro importanza e il contributo che hanno dato e danno alla nostra Jesi. CENTRO STORICO – Di questo ho trovato tante immagini del tempo andato che ci vorrebbe tutto il libro per presentarle. Il rione che comprende San Pietro e il Duomo – con i suoi palazzi, i suoi vicoli – è il più variato e ricco di memorie antiche che possono raccontarne la storia. Fino a qualche tempo fa questo rione era quasi abbandonato, poi, grazie alla politica di rivalutazione, oggi è migliorato e più popolato. Il centro storico abbraccia in questo libro anche corso Matteotti e piazza della Repubblica, con il teatro, i palazzi ed i negozi vecchi e nuovi. Durante 1’anno si svolgevano qui, organizzate da associazioni locali o da privati, manifestazioni popolari come il Corso dei Fiori, la Festa dell’Uva, il Carnevalone, i Veglioni danzanti. Le sale da ballo più frequentate erano quelle del Salone Edera, della Saffa e del Circolo Cittadino. Allora la gioventù, per divertirsi, non andava alla ricerca di discoteche, le feste le organizzava in casa, con meno rischio di incidenti per ubriachezza, per alta velocità o per altro. BORGO GARIBALDI – Un quartiere noto per le sue industrie seriche e meccaniche, per le sue numerose botteghe artigiane (tappezzieri, falegnami, meccanici, sellai) e per alcune sue manifestazioni folcloristiche (la “Corsa dei Somari” e la “Vecchia di Mezza Quaresima”). Era ed è tuttora 1′ ingresso est della città entrando per Porta San Floriano, oggi Porta Garibaldi. VIA ROMA – Quartiere ricordato per la presenza di artigiani del rame, dei vimini e del ferro battuto, ma soprattutto di industrie come la cartiera, la fornace, il lanificio e le filande, che davano lavoro all’intero quartiere e oltre. Oggi purtroppo tutte quelle attività, in conseguenza del mutare dei tempi, della scarsa incentivazione all’artigianato e della mancata crescita di nuove leve, non esistono più. GRAMMERCATO – Fa storia a sé per il numero considerevole di artigiani, lavandaie, falegnami, fabbri e cordai (mestiere completamente scomparso) che nel passato erano la vita del quartiere. Ed anche per la presenza di grandi stabilimenti meccanici (Sima, Guerri, Gherardi), di filande e della fabbrica di fiammiferi (Saffa). Quartiere famoso anche per il suo mercato del bestiame, il più grande della zona. Vi ha sede la stazione ferroviaria: caratteristica, per la sua linea ottocentesca, la prima stazione, demolita negli anni Trenta per dare spazio ad una nuova stazione, a sua volta abbattuta e sostituita dall’attuale, che rischia di subire le conseguenze del piano di ristrutturazione dell’intera rete ferroviaria Una mia riflessione sull’artigianato jesino, che rischia di scomparire completamente, non supportato com’è da una adeguata politica governativa e sindacale. Non dico che la scuola dell’obbligo sia sbagliata; anzi è buona, ma se un giovane non ha capacità di studio mentre potrebbe essere un bravo artigiano, perché non dargli la possibilità di imparare un mestiere? E vero, ci sono scuole professionali come l’Inapli, ma non è la stessa cosa fare pratica nella bottega di un vero artigiano. Da tempo si sta lamentando la mancanza di artigiani (falegnami, elettricisti, idraulici, ecc.). I pochi che ancora esistono, se incoraggiati con incentivi o altro, così come il governo fa per le industrie in crisi, potrebbero insegnare il mestiere a giovani volenterosi. Molte immagini di questo libro sono state da me riprese da pubblicazioni dei seguenti autori: Nello Verdolini, Giuseppe Luconi, Luigi Feretti e Luigi Schiavoni. Varie immagini del passato provengono anche dalla rivista “Jesi e la sua Valle”. A tutti va il mio vivo ringraziamento. Un ringraziamento anche a coloro che con foto o cartoline di loro proprietà mi hanno permesso di realizzare questo libro: Massimo Pirani, Geniale Olivieri, Giuseppe Luconi, Giorgio Giacche e Grazia Brunetti. Vittorio Cappannari